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DETROIT PISTONS (A. Germani, D. Sardi)
SITUAZIONE – I Pistons sono reduci da una stagione semplicemente da incubo, chiusa con il record di 27-55: solamente cinque squadre hanno fatto peggio. Il principale motivo di questa debacle può, e deve, essere ricercato nei continui infortuni che hanno afflitto diversi giocatori chiave, costringendoli a saltare gran parte della regular season. Il semplice fatto che questi giocatori saranno più sani garantirà qualche successo in più alla franchigia del Michigan. La sciagurata annata da cui provengono, però, potrebbe rivelarsi per i Pistons come una utilissima stagione di transizione, visto che alcuni elementi della “second unit” hanno avuto la possibilità di giocare con continuità e di maturare. Il riferimento in particolare è rivolto a Jonas Jerebko, che ha collezionato 9 pts di media e si è scoperto ottimo rimbalzista offensivo, ma anche a Will Bynum, che spesso è stato uno dei pochi a salvarsi nelle tante prove incolori della squadra. L’ex giocatore di Biella non potrà però continuare da subito il percorso di crescita, perché in preseason si è rotto il tendine d’Achille, è stato operato in tempi rapidi ma per rivederlo in campo ci vorranno 5-6 mesi. Discorso diverso invece per il play che è stato ad un passo dalla Virtus Bologna un paio d’anni fa: da lui ci si aspetta ancora la capacità di produrre punti in pochi minuti, portando le sue accelerazioni in uscita dalla panchina. Sarà però fondamentale rivedere in piena salute i lungamente infortunati Prince ed Hamilton in modo da poterli affiancare stabilmente a validi punti fermi come Stuckey, Gordon, Villanueva, Wallace e Maxiell per creare una base su cui costruire una squadra che possa col tempo riavvicinarsi ad alti livelli. In questo senso può tornare molto utile l’ingaggio di Tracy McGrady che pare in buone condizioni e offre a coach Kuester la possibilità di poter disporre di un altro “go to guy”, di un uomo in grado di prendersi il tiro difficile nei momenti che contano o quantomeno di togliere attenzioni, peso e responsabilità dalle spalle di Hamilton. Non era nel suo ruolo la carenza maggiore della squadra ma, se starà bene, un giocatore così è sempre meglio averlo. Ad una certa abbondanza nei ruoli 2 e 3 (dalla quale rischia di uscire danneggiato il giovane e rampante Austin Daye, che però potrebbe slittare in ala forte anche per coprire l’assenza di Jerebko) fa da contraltare qualche carenza nel reparto lunghi che, imperniato su un declinante Ben Wallace e su un Jason Maxiell mai totalmente esploso, sarà rinforzato da Greg Monroe, scelto al numero 7. La speranza, per i Pistons, è che abbia nella NBA lo stesso devastante impatto che aveva a Georgetown.
QUINTETTO – Rodney Stuckey, che l’anno scorso viaggiava con oltre 16 punti e quasi 5 assist a partita, e che si vocifera abbia perso diversi chili nel corso dell’estate, sarà il playmaker titolare, e tornerà ad essere affiancato dai rientranti Richard Hamilton e Tayshaun Prince, più di trenta partite saltate a testa lo scorso anno, a ricoprire gli spot di numero due e tre. Il 36enne Ben Wallace sarà il centro titolare, col suo contributo classico di difesa e rimbalzi, al suo fianco ci sarà Charlie Villanueva (11.9 pts e 4.7 rimb nel primo anno a Detroit), che – eliminata la pericolosa concorrenza interna di Jerebko, a causa del suo grave infortunio – deve trovare più continuità in entrambe le metà campo e diventare giocatore più solido e consistente per ottenere l’affetto del pubblico della Motown.
PANCHINA – Will Bynum entrerà in cabina di regia per far tirare il fiato per qualche minuto a Stuckey, ma potrà anche giocargli al fianco togliendoli l’incombenza di costruire l’attacco. Dalla panchina usciranno anche due giocatori con tantissimi punti nelle mani: Ben Gordon (13.8 pts di media nelle 62 sfide cui ha preso parte nel 2009-2010) e Tracy McGrady. C’è molta curiosità riguardo quello che sarà il rendimento di T-Mac, ed è bizzarro che i Pistons, reduci da una stagione catastrofica dal punto di vista degli infortuni, si affidino a un giocatore che negli ultimi anni certamente non ha sprizzato salute da tutti i pori. Austin Daye, classe 1988, nasce come guardia, ma dovrà sfruttare la sua versatilità per avere spazio, dunque potremo anche vederlo impiegato al posto di Prince o da ala forte. Infine, Greg Monroe e Jason Maxiell partiranno seduti, ma giocheranno probabilmente più minuti del vecchio Wallace.
COACH – John Kuester nel suo anno da rookie non ha avuto certo il modo di dare un’impronta alla squadra, e si è trovato costretto per tutto il corso della stagione a fare i conti con chi aveva a disposizione, e chi era ad affollare l’infermeria. Ora potrà disporre di un roster profondo, specie nel reparto esterni. Vedremo come l’ex assistente di Mike Brown gestirà i minutaggi, gli eventuali malumori, e a chi si affiderà nei secondi finali delle partite in equilibrio. Intanto, il coach ha dichiarato di essere entusiasta di Greg Monroe: “Sarà fondamentale soprattutto nella metà campo difensiva, è un ragazzo che capisce le situazioni molto più velocemente di tutti gli altri rookies”.
ROSTER – Will Bynum (G, 6-0), Austin Daye (F, 6-11), Ben Gordon (G, 6-3), Richard Hamilton (G, 6-7), Jonas Jerebko (F, 6-10), Jason Maxiell (F, 6-7), Tracy McGrady (G-F, 6-8), Greg Monroe (C, 6-11), Tayshaun Prince (F, 6-9), Rodney Stuckey (G, 6-5), DaJuan Summers (F, 6-8), Charlie Villanueva (F, 6-11), Ben Wallace (C, 6-9), Terrico White (G, 6-5), Chris Wilcox (C, 6-10).
PRONOSTICO – 39-43, 4° posto nella Central Division, fuori dai playoffs
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