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Message In A Bottle, Il topic dei messaggi in bottiglia.

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Toni Monroe
view post Posted on 30/6/2011, 11:23 by: Toni Monroe




I vagoni della metro, al primo mattino, son pieni di quadri che cambian prospettiva di stazione in stazione. Chi dorme appoggiato ad un sostegno o all'indietro, dopo una fermata si può trovarlo intento a leggere un quotidiano della free press, un libro, o ad armeggiare con un telefonino. A dargli il cambio e dormire può essere quello che stava leggendo prima o che sembrava immerso in un dialogo infinito con un vicino di posto che non c'è più, e allora tanto vale dormirci su. Alcuni visi sono attenti, vigili, fanno spaziare lo sguardo e pensi che potresti anche interrogarli a sorpresa ma non riusciresti a prenderli alla sprovvista. Ti diranno chi dormiva e chi leggeva. Altri visi hanno quel grado di stanchezza che ti fa venir voglia di consigliare un po' di riposo. -Per oggi lascia perdere, dai, torna a casa a riposare...-
Nel mezzanino ci sono incontri, conciliaboli, libri e trattative coi venditori ambulanti. E attese. Si aspettano persone o che si faccia una certa ora. Si consultano orologi, telefonini, si fa un rapido inventario nelle tasche o nelle borse. Un'occhiata dentro al bar, tra i clienti al banco e quelli seduti, le ragazze che sistemano gli scaffali e i giocatori al videopoker mattutino. Poi di nuovo l'orologio. C'è un quotidiano della free press diverso in questa stazione, magari è il caso di sfogliarlo. E ci si dirige pigramente a prenderlo. Finché si fa l'ora convenuta e allora bisogna andare. Chi c'è c'è, chi ha scritto ha scritto.
Sul bus ci son donne con due borse e donne con una soltanto. Saranno scuole di pensiero contrapposte o solo esigenze diverse?
Gli indigeni non si parlan tutti tra loro, alcuni neanche si salutano. Gli stranieri metton su dei gruppi di dibattito anche quando non son paesani tra loro. Utilizzano l'idioma locale come lingua ponte. Xenofilia. Si parla così tanto del suo opposto, la Xenofobia, che quasi si dimentica (se non lo si ignora proprio) che esiste anche il piacere di accogliere.
Mentre viaggiamo a velocità sostenuta nello scorrevole traffico fuori città mi tornano in mente le tante biciclette in sosta fuori dalla stazione di lambrate e prendo nuovamente atto che le associazioni dei pensieri non rispondono ad alcuna logica. Si presentano, forse salutano educatamente, e fanno i loro comodi.

E provate a scrivere xenofilia con il t9 di un telefonino. Fino all'ultima lettera sarete convinti che esiste. Poi invece della a finale vi piazza una c. Xenofilic. Dall'est europeo, forse. Con cittadinanza a caso.
 
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50 replies since 8/10/2010, 19:50   629 views
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