| Una notizia triste, è morto Lorenzo Charles che aveva giocato a Cantù a metà anni 80, dopo essere stato l'eroe della finale NCAA del 1983.
Mi permetto di postare questo articolo tratto da Rai Sport.
E allora, mettendo al bando per una volta la scarsa simpatia per le citazioni celebri, un grazie alla Francesca del V canto dell'Inferno, Divina Commedia: "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria".
Nella miseria, ovvero nella morte, quella che ha colto lunedì Lorenzo Charles, 47 anni, schiantatosi contro un albero alla guida di un pullman che percorreva la Interstate 40, una sorta di tangenziale, a Raleigh, nel North Carolina, la città dove si era stabilito una volta terminata la carriera di giocatore e quella, brevissima, di allenatore. Charles era nato nel 1963 a Brooklyn, stesso anno e stessa località di Michael Jordan che aveva poi ritrovato come avversario al college: North Carolina MJ, North Carolina State Charles. Ai Wolfpack è legato il ricordo di Lorenzo, un ricordo che andrà oltre la morte del protagonista.
Era la finale Ncaa del 1983, NCSU contro la favorita Houston: sul 52 pari a 5 secondi dalla fine, ricevuta una rimessa laterale in condizioni precarie, la guardia Derek Whittenburg tira in maniera disperata da 8-9 metri. Il tiro è corto, ma la difesa di Houston è impreparata: uno dei Cougars è infatti uscito per tentare l'anticipo su Whittenburg, toccando anche il pallone, altri due di Houston escono su di lui e non c'è l'immediata e attesa rotazione dietro. Con la conseguenza che il pallone, corto di circa un metro, viene raccolto al volo da Charles, che schiaccia sulla sirena.
E il bello è che non avrebbe dovuto essere lì, in quanto «un rimbalzista non deve stare attaccato al canestro, ma un po' distante, io sbagliai posizione ma mi andò benissimo». La scena successiva è forse ancora più famosa: Jim Valvano, il coach poi morto di cancro, entra in campo esultando e con le braccia protese ad abbracciare… qualcuno, ma trova tutti avviluppi già in corso e per qualche secondo non riesce ad afferrare nessuno, aggirandosi frenetico e impaziente.
È a questo fotogramma che si è riferito ieri Thurl Bailey, altra ala dei Wolfpack in campo quel giorno e come il centro Cozell McQueen visto poi in Italia (Bailey proprio a Cantù), dicendo «ora coach Valvano avrà finalmente qualcuno da abbracciare». Charles era solo al secondo anno di college ed era tutto tranne che un nome noto, visto che molto più importanti e decisivi di lui a North Carolina State erano i succitati Bailey, McQueen, Whittenburg (autore di due canestri della rimonta prima che Houston sbagliasse un 1+1 a 7" dalla fine dando l'ultimo pallone ai Wolfpack), Sidney Lowe.
Lorenzo fu anzi poi oggetto di scherno dopo il suo arresto per il furto di un paio di pizze: al suo ingresso in campo i tifosi di Duke, che sono iene senza pietà, gettarono infatti dalle vicinissime gradinate del Cameron Indoor Stadium decine di scatole di cartone per pizza, fermando il gioco e però caricando psicologicamente il ragazzo, che giocò una grande gara contro Jay Bilas,
Uscito dal basket dopo una carriera che l'aveva visto presto lasciare la Nba e tentare la fortuna all'estero e in leghe minori americane, Charles era tornato a Raleigh, dove ha sede NC State, e per guadagnarsi da vivere guidava pullman turistici per conto della Elite Coach. Trasportava scolaresche, comitive di turisti e squadre sportive, e chissà che oggi, leggendo sul giornale o vedendo in tv la notizia della sua morte, qualche giocatore non abbia riconosciuto nel gioviale autista di una trasferta l'eroe di quella finale del 1983 e si sia pentito di non avergli rivolto la parola per farsi raccontare di quel giorno ad Albuquerque in cui raccolse il pallone che cadeva dal cielo.
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, sarà per motivi di sicurezza....