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Le nostre foto, temporary topic

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Cholo981
view post Posted on 27/10/2010, 11:23




CITAZIONE (mikcheck @ 27/10/2010, 12:14)
l'ultima pagina contiene delle foto straordinarie, soprattutto l'ultima di snake :novotny:

una info agli esperti. devo cambiare macchina fotografica e vorrei prendere qualcosa di qualità (budget 400,00 circa). uso la macchina quasi esclusivamente quando viaggio 3-4 volte l'anno e non vorrei portarmi dietro una valigia di attrezzatura. esistono delle macchine che possano essere pratiche ma allo stesso tempo permettermi di fare delle foto di buona qualità in più soggetti (panorami, macro ecc.).

Una bella bridge (Canon SX1, Sony hx1, ...) o una micro 4:3 (Olympus PEN, Lumix G2, ...) se comunque ti interessa cambiare qualche ottica (ma costicchiano).
 
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mikcheck
view post Posted on 27/10/2010, 15:27




CITAZIONE (Cholo981 @ 27/10/2010, 12:23)
CITAZIONE (mikcheck @ 27/10/2010, 12:14)
l'ultima pagina contiene delle foto straordinarie, soprattutto l'ultima di snake :novotny:

una info agli esperti. devo cambiare macchina fotografica e vorrei prendere qualcosa di qualità (budget 400,00 circa). uso la macchina quasi esclusivamente quando viaggio 3-4 volte l'anno e non vorrei portarmi dietro una valigia di attrezzatura. esistono delle macchine che possano essere pratiche ma allo stesso tempo permettermi di fare delle foto di buona qualità in più soggetti (panorami, macro ecc.).

Una bella bridge (Canon SX1, Sony hx1, ...) o una micro 4:3 (Olympus PEN, Lumix G2, ...) se comunque ti interessa cambiare qualche ottica (ma costicchiano).

grazie cholo. io ho una compatta lumix e mi sono trovato bene come funzionalità. adesso mi faccio un'idea guardandole più da vicino.
 
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BruceSmith
view post Posted on 27/10/2010, 20:12




non sapevo dove postare...
lo faccio qui, probabilmente è un po' OT, ma avevano qualcosa in comune con chi è appassionato di fotografia.

http://kabul.corriere.it/2010/10/i_paparaz...a_violenza.html

I paparazzi della violenza
Davide Frattini

João Silva era l’unico del Bang-Bang Club a non essere mai stato ferito. Ha fotografato il cadavere dell’amico Ken Oosterbroek, ammazzato da una pallottola vagante, sta a fianco di Greg Marinovich ogni volta (quattro) che viene colpito, ha accompagnato il feretro di Kevin Carter, ucciso dalle ferite che uno si porta dentro e dal monossido di carbonio esalato dal motore del suo pick-up rosso: aveva collegato una canna di gomma al tubo di scappamento. Sabato, in Afghanistan, embedded con le truppe americane per il New York Times, João Silva ha perso le gambe su una mina sepolta nella sabbia dai talebani.

Il Bang-Bang Club nasce quando quattro giovani sudafricani bianchi decidono di documentare le atrocità nei sobborghi di lamiera e un settimanale di Johannesburg si inventa quel nome per i «paparazzi» della violenza. Il Bang-Bang Club muore quando muoiono due dei suoi membri. Quattro anni, tra il 1990 e il 1994, dalla liberazione di Nelson Mandela alla sua elezione, primo presidente nero del Paese. In mezzo, i premi Pulitzer, gli orrori, la desolazione e una storia che non finisce come non finiscono le guerre.
A terra, dilaniato, Silva ha alimentato la leggenda del gruppo (il mito è adesso diventato film con Ryan Philippe tra i protagonisti) chiedendo ai soldati che lo soccorrevano di passargli il pacchetto delle sigarette e continuando a fotografare mentre cercavano di fermare l’emorragia. Come aveva continuato a scattare quando Oosterbroek viene centrato dal proiettile, nella township di Tokoza. L’idea che quello sia stato l’ultimo gesto per l’amico, fotografarlo da morto, l’ha tormentato. «Anch’io sono stato ferito quel giorno. João mi ha messo al riparo, poi è corso da Ken — ricorda Greg Marinovich —. Ha preso poche immagini, diciamo venti, con un’esposizione di 1/250. Su dieci minuti, vuol dire che ha fotografato per meno dell’1% del tempo. Eppure la gente si è convinta che fosse preoccupato solo di quello e non di come stessimo noi».

Anche Kevin Carter viene chiamato avvoltoio. Un avvoltoio con l’obbiettivo che lascia passare mezz’ora per inquadrare una bambina ingobbita dalla fame, mentre striscia per cercare di raggiungere un centro di aiuto nel Sudan devastato dalla carestia. Un avvoltoio, vero, tallona la piccola, ha scommesso che non ce la possa fare. «Speravo che l’uccello aprisse le ali per ottenere un effetto più forte, ho aspettato e aspettato - ha raccontato Carter -. E’ stato inutile, ho scattato e poi l’ho cacciato via con una pedata». Quando la foto viene pubblicata in prima pagina sul New York Times, tutti vogliono sapere che fine abbia fatto la bimba. E’ sopravvissuta? «Non ne ho idea, me ne sono andato sotto un albero a piangere, parlare con Dio e pensare a mia figlia». Nel maggio del 1994, per quell’immagine vince il Pulitzer.

La ragazzina diventa il suo incubo. «L’uomo che sta lì a mettere a fuoco la sofferenza della bambina — scrive il St. Petersburg Times — è il vero predatore sulla scena». Due mesi dopo aver ricevuto il premio più importante per un giornalista, Carter guida il suo pickup verso il Braamfonteinspruit, il ruscello dove andava a giocare da bambino, parcheggia sulla riva e si uccide. Oosterbroek era stato ammazzato in aprile. Kevin lascia un biglietto sul sedile del passeggero: «Sono depresso... senza telefono... soldi per l’affitto... soldi per gli alimenti a mia figlia... soldi per i debiti... soldi!!! Sono perseguitato dai ricordi degli omicidi e dei cadaveri e della rabbia e del dolore... dei bambini affamati o feriti, degli uomini folli dal grilletto facile, spesso la polizia, dei boia. Vado a raggiungere Ken, se sarò così fortunato».

Kevin che si era scolato una bottiglia di bourbon perché aveva perso uno scatto importante (impegnato a cambiare il rullino, mentre un poliziotto nero freddava un estremista bianco), Kevin che fumava marijuana mischiata con il Mandax per sedare l’angoscia, si portava dentro i dilemmi che João Silva ha portato in Iraq e Afghanistan. «Non siamo drogati di adrenalina. Non c’è adrenalina nel camminare in mezzo ai cadaveri per provare a documentare la realtà di un genocidio — ha detto un anno fa Silva al collega Michael Kamber —. Ho visto così tanta gente morire o restare ferita, non escludo che un giorno toccherà a me, però sento l’obbligo come giornalista di testimoniare quello che succede. Credo che il messaggio sia importante. Magari nessuno cambierà opinione o prenderà una posizione, ma il messaggio è importante».

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kachlex
view post Posted on 28/10/2010, 11:14




CITAZIONE (The Snake 12 @ 28/10/2010, 11:52) 
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Giuro che ho le vertigini a guardare questa foto :blink: :o:
 
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bonaz
view post Posted on 30/10/2010, 18:23




Volevo fare veramente i miei complimenti per le foto. Sono spettacolari. Un grosso applauso soprattutto a Snake e Toni. Bravissimi
 
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Toni Monroe
view post Posted on 30/10/2010, 20:00




Grassie Bonaz. :thumbup:


Piazza Duomo -Sun glasses-

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CITAZIONE (BruceSmith @ 27/10/2010, 21:12) 
non sapevo dove postare...
lo faccio qui, probabilmente è un po' OT, ma avevano qualcosa in comune con chi è appassionato di fotografia.

Inizio :OffTopic: In questo forum non c'è la possibilità di cliccare su una citazione per andare al post che si cita e questo lo vedo un po' come un limite. fine :OffTopic:

Brus leggere questo articolo mi ha fatto tornare in mente tutte le volte che mi sono sentito a disagio nello scattar delle foto agli homeless; lo scopo è quello di documentare, di mostrare quello che comunque è sotto gli occhi di tutti (e chissà che non possa servire a qualcosa, è solo quando mi convincerò del contrario che smetterò di farlo) ma rimane comunque un disagio, non si tratta mai di scatti piacevoli e certamente non rimango appostato a lungo, almeno questo: o riesco a scattare subito o lascio perdere. Ma scatti come quello che hai messo tu io non riuscirei a farli, credo. E non so se augurarmi di diventarne capace..
 
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Maialone
view post Posted on 30/10/2010, 22:18




quoto Toni, il bimbo sembra preso tra due avvoltoi, di cui uno armato di macchina fotografica. C'è qualcosa di molto "narcisistico" nello scattare le foto, almeno io mi sento così con la macchina in mano: della serie "quanto so figo a trovarmi qui a catturare questo momento e a offrirvi una dimostrazione della mia incredibile capacità artistica", con il soggetto della foto che diventa un misero oggetto sfruttato per potersi pavoneggiare di una presunta e supposta bravura.
Magari sbaglio io e mi pongo in maniera sbagliata. Ma è il motivo per cui mi trovo più a mio agio con le statue che con le persone. Altrimenti sai che figata fare le foto al tizio sotto casa che chiede le monetine senza una gamba con la protesi in bella vista appoggiata allo sgabello? Raccapricciante.
 
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Bounce*
view post Posted on 30/10/2010, 22:33




CITAZIONE (Maialone @ 30/10/2010, 23:18) 
quoto Toni, il bimbo sembra preso tra due avvoltoi, di cui uno armato di macchina fotografica. C'è qualcosa di molto "narcisistico" nello scattare le foto, almeno io mi sento così con la macchina in mano: della serie "quanto so figo a trovarmi qui a catturare questo momento e a offrirvi una dimostrazione della mia incredibile capacità artistica", con il soggetto della foto che diventa un misero oggetto sfruttato per potersi pavoneggiare di una presunta e supposta bravura.
Magari sbaglio io e mi pongo in maniera sbagliata. Ma è il motivo per cui mi trovo più a mio agio con le statue che con le persone. Altrimenti sai che figata fare le foto al tizio sotto casa che chiede le monetine senza una gamba con la protesi in bella vista appoggiata allo sgabello? Raccapricciante.

per una volta ti do ragione (per quello che conta ovviamente).

probabilmente certe foto dovrebbero rimanere anonime per dare importanza solo al messaggio che esse portano e non esaltare le qualità del fotografo (spero di essermi spiegato).
 
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Maialone
view post Posted on 30/10/2010, 22:50




CITAZIONE (Bounce* @ 30/10/2010, 23:33) 
per una volta ti do ragione (per quello che conta ovviamente).

come "per una volta"? :(
 
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The Snake 12
view post Posted on 31/10/2010, 10:49




Premesso che non sarei mai capace di fotografare una scena del genere, non vedo autoindulgenza in quello scatto, ma solo la volontà di testimoniare un dramma immenso.
E' lo scopo del reporter, fornire la realtà nuda e cruda, senza edulcorare nè censurare nulla.
Anche a costo di dare un pugno in bocca.
 
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495 replies since 7/10/2010, 17:33   8263 views
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