CITAZIONE (garylarson @ 23/10/2010, 17:32)
Se qualcuno volesse cambiare tipo di narrazione gialla ( in tutti i sensi) stanno uscendo da alcuni anni, ristampati dalla casa editrice ObarraO ,i casi del giudice Dee di H. Van Gulik . Magari evitando all'inizio il titolo " i celebri casi del giudice Dee" in quanto traduzione letterale dal cinese e troppo spiazzante per i lettori occidentali.
Si possono trovare anche nelle edizioni omnibus della mondadori ma sono forse troppo cari sul mercato dell'usato oppure nella vecchia collana dei gialli garzanti ; alcuni titoli sono stati stampati nei classici del giallo mondadori
E volendo restare ad oriente, per certi versi meno ad oriente della Cina, per altri più, consiglierei Grigori Tchkhartichvili, nome che ovviamente ho scritto col copia ed incolla da Wikipedia perchè non sarei mai capace di scriverlo senza errori.
Ciononostante ho letto quasi tutta la bibliografia "gialla" e la consiglio senza riserve.
Inizierei da "La regina d'Inverno", il primo della serie di Fandorin, ma i libri che consiglio di più sono "Gambetto Turco" ed "Assassinio sul Leviathan".
Già un georgiano che si firma con uno pseudonimo che vuol dire "capo criminale" in giapponese, ma ci aggiunge l'iniziale del nome che rende tale pseudonimo simile al mine di un famoso anarchico fa capire quanta "ricerca" storica e filologica e quanto amore per incastri ci sia, in libri leggeri e godibilissimi, che sono ovviamente di puro svago altrimenti non li avrei citati fra i gialli.
Sia il ciclo di Fandorin che quello di Pelagija (consiglio di più il primo) sono ambientati verso la fine del regime degli zar, ci sono stretti legami sia con la cultura giapponese (specie ne "il marchio del fuoco" e in "assassinio sul Leviathan) che con i classici libri di avventura di matrice europea ed, a seconda dei libri, giallo (assassinio sul leviathan), poliziesco (inconorazione, il consigliere di stato, la morte di Achille, la regina d'inverno), picaresco (il fante di picche), nero (il decoratore).
Il tutto pervaso da un umorismo nerissimo, in cui la politica non c'è o, se c'è, è lontana sullo sfondo.