Message In A Bottle, Il topic dei messaggi in bottiglia.

Un nuovo inizio, in attesa di capire cosa si potrà recuperare e cosa si perderà irrimediabilmente. Non ci perderemo noi, poiché c'è un'evidente volontà in questo senso. Siamo una squadra.

Via con delle cose nuove.


E' tutto un sogno, soltanto un sogno. Non sappiamo di chi, non lo sa nemmeno chi sta sognando, ma è tutto quanto un sogno e non c'è nulla di vero. Arriverà il momento in cui chi sogna si sveglierà e allora finirà tutto e forse non ricorderà nemmeno di aver sognato; così di tutto uno scorrer del tempo, e di quel che può esser accaduto in quest'intervallo, non rimarrà nulla, neanche un ricordo..










All'insegna dell'ottimismo, direi..

Ore 7 e 20 circa, la corsa anomala.

Un sabato mattina come tanti altri, in poco tempo, si trasforma in un sabato surreale. Il capannello dei viaggiatori abituali sta alla fermata e ci mette un po' a realizzare che c'è qualcosa che non va. Inizialmente la routine è la consueta dei sabati lavorativi: ritmi più blandi, volti, tutto sommato, distesi e chiacchiere d'attesa. Poi ci si rende conto che l'orario è passato ed è qualcosa che percepisci prima ancora di guardar l'orologio; la domanda di una mia compagna di viaggio "Ma che ore sono?" mi porta prima a guardar l'ora per risponderle e poi mi apre una finestra sulla realtà che s'era accucciata, paziente, vicino a noi: non è passato nessun bus, non solo il nostro è in ritardo, non ce ne sono proprio.. Cazzo, uno sciopero nascosto, come lo definisce una nostra compagna di viaggio. Non l'hanno nascosto tanto bene, ormai si capisce che è così. Il mio primo pensiero è: meglio qui e ora, che ancora posso tornare a casa, che quando esco da lavoro, che poi mi tocca farmi qualche km a piedi per andare a prendere altri mezzi (l'ultima volta che successe uscii da lavoro alle sei ed arrivai a casa alle nove meno venti..) ma la compagna dello sciopero nascosto ci ricorda che potrebbe essere uno sciopero a oltranza e magari anche lunedì non vanno..
Pensiamo a ora. La compagna del "Ma che ore sono?" deve andarci per forza a lavoro e chiama il marito per farsi portare in macchina, vogliamo un passaggio? (per il ritorno, valuta ciascuno, ci arrangeremo) Ok, grazie. Due sudamericani, due italiani e un filippino.. ci siamo, possiamo andare. Abbiamo preso freddo e caldo, per anni, sugli stessi bus scassati; siamo stati dimenticati da questa compagnia di bus infame in paesini a più di 30 km da casa, ne abbiamo passate tante assieme che anche se nei giorni "normali" ci si limita al saluto assonnato basta un qualunque tipo di "emergenza" per far scattare la solidarietà. Perché la solidarietà è anche questa, delle piccole cose, mica solo quella di momenti estremi. In questo paese così pieno di malcostume e atteggiamenti discutibili da parte di indigeni e stranieri ci sono anche macchinate miste dove una sudamericana (il secondo sudamericano era il marito che ci portava a lavoro) un filippino e due italiani -peraltro terroni, diciamolo- fanno quello che possono per andare a lavorare. Parliamone. E parliamo anche dei ragazzi dell'est che si son andati a prendere un bus che li avrebbe lasciati a 5-6 km dal posto di lavoro. Queste cose nei tg non ve le raccontano mica. L'urgenza di garantire la sicurezza lo sconsiglia. Poi la gente che deve votare va in confusione se gli dici che ci sono anche stranieri così..

Si può dire "Ma vaffanculo.."?

Soldato Cobain a rapporto,signore!
Appena avro' spunti,li postero' sicuramente,signore!

Ben tornato.

Che poi tanto, alla fine, cosa cambia, scusa? Voglio dire.. il tempo si dimentica di noi man mano che passa e certo non tiene in alcun conto quello che pensiamo in assoluto o quello che pensiamo gli uni degli altri. C'è l'alternanza delle stagioni, delle canzoni, un ciclico succedersi di eventi slegati che ci sforziamo di mettere assieme in un mosaico, senza mai riuscire davvero ad aver la necessaria visione d'insieme. E magari dipende dal fatto che ciascuno guarda le cose da solo e solo dal suo punto di vista. Magari. C'è quasi da augurarselo, vero?

Comunque.. no, niente, è andata così. Pensa che poteva anche andare peggio. Fidati: al peggio non c'è mai fine, mai. Nemmeno una parvenza di scopo o ragione. Succede e basta. Succede a se stesso; il peggio, come un erede, gestisce il suo lascito come meglio crede. Enormi pareti prive di crepe circondano il buonsenso, racchiudendolo o rinchiudendolo? C'è una ragione per tutto. Una sola. Non possono esserci troppe ragioni, le ragioni alternative finirebbero per creare confusione e basta. Basta. Per oggi è meglio chiuderla qui.

Edited by Toni Monroe - 19/11/2010, 17:51

Topic che spero ispiri le mie scarsi doti.
Ho lottato per ottenere il posto di "Responsabile Comunicazioni" nella mia associazione, e ora che c'è da scrivere uno degli articoli più importanti dell'anno il foglio bianco mi terrorizza e non riesco manco a iniziare.

Hai frequentato un corso di conversazione?


"Sì"

What?

Se è una citazione non l'ho colta e l'amarezza mi sta anche facendo perdere il senso dell'umorismo, quindi se invece è una battuta, non l'ho capita

Da diverso tempo ormai fatico a metter giù qualcosa che mi dia soddisfazione, al punto che non so nemmeno come abbia fatto invece a scriver tanto in passato.

Coraggio, Penny. Ce la farai.

Pure io.
Da un poco fatico a superare le 1.000 battute a post.
Ma mi riprenderò.
Coraggio Penny, se hai paura di scrivere boiate non ti preoccupare, noi le abbiamo già scritte più grosse di sicuro.

Era un cit. che molti attribuiscono al tuo avatar.
Figurati se ti prendo in giro, coraggio.

Una volta, dove lavoro ora, pensavo di aver fatto un grosso danno. Non avevo mai fatto quel danno prima ma quando uno dei miei colleghi più esperti è venuto a vedere e spiegarmi come risolvere mi ha detto "Guarda, io 'ste cose le so perché i danni possibili qui li ho fatti tutti; ho rotto tutto quello che si poteva rompere, fidati.." E un po' devo dire che mi son sentito meglio.

Per quanto, tante volte, son discorsi che lasciano il tempo che trovano. E se il tempo è buono -ancora ancora- ma se è anche solo variabile, diventa un casino. E non lo so, non lo so davvero se ci sia qualcosa che si possa dire, qualcosa che si possa fare.. qualcosa di diverso, intendo.
Ora appoggio i miei stati d'animo su quella balaustra, quella di cui mi pare di aver parlato qualche tempo fa, quando dicevo che ce ne vorrebbe una per potercisi appoggiare e discorrere un po', guardando l'orizzonte. Ed occasionalmente anche guardandosi in faccia, perché no? Ma di base c'è sempre un orizzonte che merita d'essere guardato. Ecco.. li appoggio lì, su quella balaustra, i miei stati d'animo e per un po' me ne vado in giro senza. Bagaglio leggero. Ho dei sorrisi che avevo messo da parte per quando potevano servire ma non dovevano essere necessariamente occasioni speciali; questa non lo è, in effetti, ma credo che ne tirerò fuori lo stesso qualcuno e l'indosserò.
Esserci. Si riduce tutto a questo.

Nel buongiorno ci son quattro passi, avanti e indietro, nel mezzanino della metro; ascoltando l'ennesima 'playlist di ritorno' (che conferma, se mai servisse, la passione per l'hip hop). L'abitudine di uscire alla stessa ora si scontra con gli orari del pre festivo, sicché l'attesa del bus -in questa stagione- diventerebbe una collezione di brividi, se si consumasse vicino alla tabella. Meglio consumare una colazione al baretto, insieme a qualche 'pioniere'. I venditori ambulanti salutano con enfasi i frequentatori abituali. Alcuni di questi passano loro dei soldi, pendenze di acquisti del giorno precedente; un inchino al rapporto di fiducia. Mi appoggio davanti all'ingresso del bar e faccio la fila a modo mio: quando alla cassa non ci sarà più troppa gente ci andrò. Nel frattempo immagino un'espressione perplessa sul mio viso mentre guardo una giovane donna avanzare, incerta, su dei tacchi a spillo che non pare essere in grado di gestire come si deve. Non capisco il vantaggio di manifestar goffaggine: almeno abituati prima a camminarci.
Ritorno al percorso panoramico con sorpresa! I cartelli nel vivaio a lato del semaforo annunciano 'Nuova gestione' e non c'è più nessun riferimento ai ciclamini o alle piante da siepe.. Soltanto un generico 'manutenzione del verde' che ha persino il sapore del pressapochismo e anche se comunicano apertura domenicale mi viene spontaneo pensare che non sarò mai dei loro. Il resto del viaggio lo passo ultimando la messa a punto della macchina che ho lasciato in sospeso ieri sera. Quasi mi spiaceva andar via, una volta capito cosa dovevo fare, così ora faccio un ripasso mentale, prima ancora di aver indossato gli abiti da lavoro. La fortuna di fare qualcosa che piace. Al di là degli immancabili contro che a volte sembrano superare i pro. Alla fine quello che piace va sempre a pesare di più. Se si è fortunati. Scendo dal bus insieme a Lauryn Hill e so che sarà una buona giornata.