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Il topic della politica

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Maialone
view post Posted on 21/10/2010, 15:30 by: Maialone




E’ stata depositata la motivazione della prima sentenza su Why Not, e i contenuti hanno del clamoroso: in sostanza il giudice sostiene che questa costosa indagine (quasi 10 milioni di euro) è stata prevalentemente una montatura mediatica. La sentenza inoltre è durissima con la teste Katia Merante, ritenendola non attendibile e sostiene, udite udite, che alcuni investigatori intrattenessero con lei rapporti non propriamente ortodossi. In conclusione, la sentenza non sancisce chiaramente che De Magistris è un impostore ma poco ci manca.

Per chi come me ha avuto modo di leggere le carte dell’inchiesta fin dalla prima ora e di conoscere la stragrande maggioranza degli imputati, questa sentenza non è una sorpresa. Nella costruzione di questa macroscopica patacca mediatico-giudiziaria chiaramente De Magistris non è stato solo, i sodali sono diversi e sono noti: Santoro, Travaglio, Di Pietro, esponenti della sinistra radicale, parlamentari del Pd e di Fli come Angela Napoli, tanto per citarne alcuni. Personaggi politici, associazioni, giornalisti che, confezionando editoriali, interrogazioni, convegni, proclami, editti, hanno tratto il massimo dei vantaggi politici, mediatici, economici da questa drammatica sceneggiata mediatico-giudizaria.

De Magistris è volato a Strasburgo e ora occupa uno scranno al Parlamento europeo, la sua campagna elettorale si può dire che è costata agli italiani circa 10 milioni di euro (il costo dell’indagine); nel frattempo con i risultati della sua patacca ha pubblicato anche un libro dal titolo suggestivo, Assalto al Pm, un testo vergognoso nel quale si delegittima tutta la magistratura calabrese; da questa patacca editoriale, inoltre, ha incassato i diritti d’autore per sé e per la sua famiglia.

Anche il suo consulente, Gioacchino Genchi, oltre ad aver incassato le parcelle delle perizie commissionate da De Magistris stesso, ha pensato bene di mandare alle stampe un bel libro, un tomo di 500 pagine composto per lo più da atti d’investigazione che avrebbero dovuto essere distrutti e, invece, sono stati pubblicati. Un giovanotto che è stato al fianco di “Gigino” De Magistris durante le manifestazioni in suo sostegno, tal Aldo Pecora, leader dell’associazione “Ammazzateci tutti”, è diventato un commentatore televisivo di talk show e oggi lo vediamo scorazzare da un talk show all’altro dispensandoci generiche quanto inutili opinioni su tutto, dalla lotta alla ‘ndrangheta, al colore delle mutande di Belen.

Sull’altro fronte, invece, sono rimasti sul campo 145 persone, gli indagati: politici, imprenditori, professionisti, dipendenti pubblici e privati, sputtanati, additati al pubblico ludibrio ingiustamente. Alcuni di loro sono stati praticamente ridotti sul lastrico, hanno chiuso le loro aziende, altri sono rimasti senza lavoro, altri ancora si sono indebitati fino al collo per far fronte alle spese processuali. Nessuna sentenza, per quanto assolutoria, potrà mai ripagarli dell’umiliazione e dei danni morali e materiali subiti per 4 anni.

Mi aspettavo che la notizia facesse il giro delle grandi testate mediatiche. Niente! Solo il Tg1 ne ha dato notizia, muti il Tg3 e il Tg2. Muti i grandi giornali nazionali che hanno riservato a questa patacca pagine e pagine, come Repubblica e il Corriere della Sera, demonizzando gli indagati e tutta la classe politica calabrese. Questa sarebbe la stampa democratica? Quella che si mobilita per Santoro, per Fazio, quella che si mobilita a piazza del Popolo convocata da Scalfari, quella cioè che si sente minacciata da Berlusconi? Con amarezza mi viene da sorridere! Anche il Pd ,come al solito, rimane muto, pietrificato dalla ignavia e dall’opportunismo del suo gruppo dirigente. Io, democratico, riformista e di sinistra mi vergogno per loro.

Pasquale Motta

Ammazzatevi voi, il lodo Alfano e la privatizzazione della Rai.
 
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