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La passeggiata di San Michele
Era un tiepido mattino di novembre ed io mi trovavo nella immortale città di Venezia per turismo. La luce fredda del sole novembrino, la chiara foschia delle mattinate novembrine della Serenissima, un accenno di acqua alta, forse la poca quantità di persone presenti in calli di solito intasate di persone, non so quale fosse il motivo scatenante, ma il mio intimo era pervaso di malinconia. In queste condizioni mi venne spontanea l'idea di andare a visitare nuovamente il cimitero di Venezia, situato nell'isola di San Michele. Non che dovessi andare a visitare qualche defunto, ma l'atmosfera strana, quasi mistica del luogo su di me ha sempre esercitato una fortissima attrazione. Ero seduto tranquillamente in un bar di fronte alla maestosa chiesa gotica dei santissimi Giovanni e Paolo, in contemplazione della splendida statua bronzea del Verrocchio, raffigurante Bartolomeo Colleoni, quando maturai l'idea. Mi alzai come di fretta, pagai il conto, mi recai alle Fondamenta nuove ed attesi il vaporetto. La sagoma dell'isola appariva algida di fronte a me, con gli alti cipressi, in parte nascosti dal muro di cinta in travertino e mattoni, come costruito direttamente sulle scure acque della laguna; questa visione come sempre suscitava in me un indefinibile senso di disagio. Il vaporetto arrivò come sempre, fendendo le basse onde della laguna con calma e seraficità, con una lentezza che sembrava dissuaderti dal lasciarti prendere dalla fretta della vita moderna. Nonostante la lentezza del vaporetto, in pochissimo tempo giunsi all'isola. Solo io scesi nell'isola, che appariva deserta. Il cimitero pagava lo scotto al fatto che fossero appena finite le festività dei morti, alla difficoltà dei trasporti lagunari e soprattutto allo spopolamento della città di San Marco. Attraversai rapidamente la chiesa rinascimentale, semplice e maestosa, in quanto quello che mi attirava era proprio il cimitero, e vi entrai. La pianta è alquanto particolare: vi sono una serie di cortili a pianta ottagonale, circondati da alte mura in mattoni e travertino; i cortili sono uniti da portali, che si aprono simmetricamente in quattro dei lati dell'ottagono. I portali sono utilizzati a volte come tombe di famiglia, le mura di cinta sono utilizzate per i fornetti, ma la maggior parte dei defunti seppellita proprio nei cortili. Tutte le tombe dei cortili sono uguali, scavate nella nuda terra, con una croce ed una fioriera piantate sopra, poste con grande ordine, delimitate da vialetti coperti di ghiaia. Si possono trovare tombe di personaggi famosi, di uomini di grande ricchezza, di politici, finanzieri, generali, artisti, ma sono indistinguibili dalle tombe degli uomini comuni, tranne che per il nome scritto sotto la croce. Ogni volta camminavo per ore nei vialetti di ghiaia, ed ogni volta mi tornavano in mente i versi de la livella di Totò, dell'antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, ed ogni volta pensavo alla vacua e futile vanagloria che trasudava dai sepolcri di Ugo Foscolo. Quella volta in particolare mi sentivo pervaso da questi pensieri macabri e malinconici e, devo ammetterlo, persi completamente il senso del tempo. Tentai di guardare l'orologio e mi stupii molto nel vedere il mio polso disadorno; mettevo sempre l'orologio, mi sentivo in grande disagio quanto non lo portavo al polso, posso dire che non lo toglievo mai, in nessuna occasione. Cercai di ricordarmi quando l'avessi tolto, ma non ricordavo di essermelo mai sfilato. Il cielo era ancora piuttosto chiaro, ma indubbiamente era trascorso molto tempo da quando ero entrato nel cimitero di San Michele in Isola, quindi decisi di avviarmi all'uscita. Che mi crediate o no, io posseggo uno spiccato senso dell'orientamento, non mi perdevo mai, neanche in grandi città che visitavo per la prima volta; bene, quel giorno mi accadde di vagare a lungo, senza riuscire a trovare l'uscita. Mi sedetti e cercai di riflettere; ero sicuro di non essermi perduto, eppure l'uscita non era dove avrebbe dovuto essere. Pazienza, non per questo mi scoraggiai. Decisi di camminare sempre dritto nella stessa direzione, e senza meno avrei trovato il disadorno ingresso o almeno le mura esterne, trovate le quali le avrei costeggiate fino all'uscita. Camminai per un tempo lunghissimo, sempre dritto, fino a che non fui distrutto dalla fatica, eppure non trovai traccia ne dell'uscita ne delle mura esterne. Mi sedetti di nuovo e cercai di riflettere. Non era possibile; dovevo aver sbagliato qualcosa, l'isola di San Michele non è grandissima, non è possibile camminare sempre diritti per ore senza trovare le mura di cinta. Mi rialzai e presi un sasso bianco più grande del normale, mi avvicinai al portale più vicino e feci un segno, poi attraversai il cortile fino ad un altro portale e così via. Di nuovo camminai per un tempo lunghissimo senza trovare null'altro che tombe tutte uguali. Preso da un dubbio tornai indietro a cercare il segno sul portale precedente, ma non trovai alcun segno. Senza dubbio mi reo dimenticato di apporlo. Riprovai di nuovo con lo stesso sistema, ma il risultato non fu diverso. Provai allora a fare un monticello di ghiaia, ma naturalmente non fui neanche ora in grado di rintracciare i monticelli precedenti. Ero forte, e non mi feci prendere dallo sconforto. Ero certo di una cosa: non stavo impazzendo. Ne ero certo ma preferivo averne la prova. Lessi il nome sulla tomba più vicina ad un portale, poi varcai il portale stesso, entrai nell'altro cortile e tornai indietro. Non fui più in grado di trovare la tomba con il nome che avevo letto prima. Questo mi lasciò molto interdetto, quindi decisi di fermarmi, sedermi e riposarmi. Certamente era la stanchezza a farmi brutti scherzi. Mentre sedevo li, in preda ai pensieri più strani, sentii un rumore di passi; un'altra persona, ero salvo. Mi alzai in preda all'eccitazione, quando vidi arrivare un uomo di mezz'età leggermente stempiato, capelli sale e pepe, vestito di un abito grigio di buon taglio. “Buon giorno; non mi giudichi male, ma temo di avere bisogno del suo aiuto.” “Buon giorno. Cosa le succede? Per caso è entrato qui per fare una passeggiata nella suggestiva isola di San Michele, ed ora non trova più l'uscita?” “Ma...” “Si. Dalla sua faccia direi che non mi sono sbagliato.” “Ma lei come lo sa?” “Ma evidente, mio caro signore; lo so perché io mi trovo nella sua stessa situazione.” “Ma...” “Vede, io non so da quanto tempo mi trovo qui, tra l'altro quando sono venuto mi ero casualmente dimenticato l'orologio. Dalla sua faccia direi che accaduta la stessa cosa anche a lei, vero? Bene, sono comunque qui da molto tempo, e dal primo momento che sono qui cammino senza meta. I primi tempi ogni tanto ero stanco e mi dovevo riposare, ma ora da molto che non mi succede pi Non mi capita quasi mai di avere fame, ma quelle rare volte trovo qualcosa da mangiare sotto i portali. Per i bisogni fisiologici si immaginerà da solo come ho risolto il problema; d'altra parte si sarà reso conto che ogni volta che attraversa un portale dietro di lei tutto cambia. Ogni tanto incontro qualcuno che si trova nelle nostre situazioni, ma mentre parlo sono sempre colpito da una terribile fretta di riprendere il cammino. Anche ora mi capita, vedrà, presto capiterà anche a lei, quindi mi scusi, non mi giudichi maleducato, ma ora devo proprio lasciarla.” L'uomo si allontanò rapidamente e non lo incontrai mai più, ma cominciai a comportarmi in modo sempre più simile al suo. Cammino ininterrottamente da non so quanto, ogni tanto mangio, ogni tanto faccio i miei bisogni, ogni tanto incontro qualcuno, ma mi prende una strana fretta e devo accomiatarmi rapidamente. Oggi, per la prima volta, ho trovato le mura di cinta, ma sento un grande bisogno di andare nuovamente verso il centro del cimitero. Da poco ho mangiato e bevuto, in quanto ho trovato del pane ed una bottiglia d'acqua; queste brevi memorie le ho scritte nella carta del pane e devo affrettarmi a gettarle in mare nella bottiglia d'acqua, sto giusto iniziando a cambiare idea. Tu che leggerai queste poche righe, se puoi aiutami, altrimenti limitati a ricordarmi nel mondo al di fuori delle mura. Anzi, forse sarà meglio se ti limiterai a ricordarmi.
Fine
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